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sabato 30 giugno 2012

> OGR _ Officine Grandi Riparazioni













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Edificate tra il 1885 e il 1895, le Officine Grandi Riparazioni rappresentano una testimonianza particolarmente significativa dei primordi dello sviluppo industriale di Torino, cominciato a pochi anni dall’unificazione nazionale. Si tratta di un passaggio cruciale della storia cittadina. Con la perdita del titolo di Capitale d’Italia, ricoperto tra il 1861 e il 1865, e con il tramonto del suo ruolo di centro politico e amministrativo, retto per secoli in qualità di capitale dello Stato sabaudo, Torino deve infatti fare i conti con il proprio futuro, reinventarsi, cercare una nuova vocazione. Ed è già da qualche anno che le autorità cittadine fanno appello alle ricche famiglie aristocratiche e borghesi affinché abbandonino le tradizionali forme di rendita, legate agli investimenti immobiliari e all’acquisto di titoli di stato, e decidano di investire il loro denaro nello sviluppo industriale. La nascita delle Officine si inserisce proprio in questo contesto. Costruite in un momento di forte sviluppo delle reti infrastrutturali di un Paese finalmente unito e votato a entrare in concorrenza con le più forti economie europee, le Officine Grandi Riparazioni sono concepite per essere un centro di avanguardia nella revisione e riparazione di locomotive e carrozze ferroviarie. Un elemento funzionale al potenziamento degli scambi di prodotti industriali e di materie prime da e per Torino, una premessa indispensabile alla trasformazione della città in un grande polo industriale. Una significativa conferma di questa vocazione ci viene dalle dimensioni del complesso. Le Officine Grandi Riparazioni, posizionate lungo la ferrovia che collega Torino a Milano, occupano un’area immensa (190 000 metri quadrati), all’interno della quale vengono innalzate gigantesche costruzioni dall’architettura austera ma pregevole, somiglianti per struttura a delle imponenti cattedrali moderne, con navate lunghe fino a 200 metri. Ma è il posizionamento stesso degli stabilimenti a denunciare la presenza di un piano complessivo di espansione. Le Officine, infatti, appartengono a un più vasto complesso di edifici, tutti collocati alla periferia ovest della cinta daziaria del 1853, con i quali formano la zona che in quegli anni viene detta dei “grandi servizi”. Ne fanno parte, tra gli altri, le Carceri Nuove, edificate tra il 1862 e il 1870, il Mattatoio Civico, iniziato nel 1866, il Mercato del bestiame, risalente al 1870-71, e i cosiddetti Casotti daziari, innalzati nel 1869. Strutture imponenti e pensate non singolarmente, ma nel loro complesso, in vista di un successivo sviluppo della città, tanto dal punto di vista economico che demografico. Molto tempo è passato e le strutture che formavano l’area “grandi servizi” sono in larga misura scomparse in seguito a fasi successive dell’evoluzione della città e delle sue esigenze. Una parte dell’area storica delle Officine Grandi Riparazioni, in particolare, è ora occupata dal raddoppio del Politecnico e dalla cosiddetta cittadella politecnica. Sopravvive però, accanto alle Carceri nuove (anch’esse in via di ridestinazione), il corpo principale delle Officine, con i padiglioni di Montaggio, Torneria, Fucine, in disuso dall’inizio degli anni ’70 ma dall’aspetto ancora solenne, soprattutto nel caso dello stabilimento che, per la sua imponenza viene denominato “duomo”. Generazione dopo generazione, le Officine Grandi Riparazioni sono state testimoni del lavoro di migliaia e migliaia operai: una manodopera iper-specializzata e consapevole di appartenere a un’élite di artigiani di primissimo ordine, portatori, come le vecchie corporazioni di arti e mestieri, di conoscenze rare e complesse. Nelle Officine, infatti, si doveva far fronte a ogni incombenza: dalla riparazione di motori e camere di pressione alla curvatura e saldatura di lamiere, dall’allestimento degli “scheletri” delle carrozze, in gran parte in legno, alla lavorazione degli arredi. L’essere ammessi a svolgere alcune mansioni, come quella di pannellista, costituiva il riconoscimento ufficiale di un’eccezionale capacità, un titolo di merito che si traduceva nel rispetto e nell’ammirazione di tutti gli operai. La selezione del personale, del resto, era severissima in ogni reparto.  Al momento dell’assunzione definitiva, ciascun aspirante doveva esibire il suo “capolavoro”, un manufatto industriale – un modello, un ingranaggio – che presentasse caratteristiche di altissima precisione. Fallire il compito significava essere esclusi dal numero dei dipendenti delle Officine. Certamente significativo è l’impatto che le Officine Grandi Riparazioni e l’area “grandi servizi” avrebbero avuto sugli sviluppi successivi del tessuto urbano e sulla storia stessa della città. Una delle caratteristiche delle maestranze delle Officine, in effetti, fu la fortissima politicizzazione e sindacalizzazione, che fece del complesso industriale uno dei luoghi in cui più velocemente si diffuse l’idea, allora nuova, del socialismo. Al momento della loro nascita, come si è detto, le Officine Grandi Riparazioni si trovavano a ridosso del confine occidentale della cinta daziaria tracciata nel 1853. Con il posizionamento in quell’area di stabilimenti tanto grandi, si creò l’esigenza di nuove case, situate nelle immediate vicinanze delle Officine. Si ponevano le basi per lo sviluppo del quartiere di Borgo San Paolo, uno dei grandi quartieri operai cittadini: quello che maggiormente, assieme al Lingotto e a Mirafiori, sorti più tardi intorno ai grandi stabilimenti Fiat, saprà segnare la storia del movimento operaio torinese. Gli abitanti del quartiere San Paolo, infatti, saranno tra i protagonisti degli scioperi dell’agosto 1917, durante le ore terribili del primo conflitto mondiale, e poco più tardi, nell’estate 1920, parteciperanno all’occupazione e autogestione delle fabbriche, un vero e proprio esperimento di rivoluzione socialista in Italia. Da Borgo San Paolo, tra l’altro, grazie soprattutto all’influenza politica che il giovane Antonio Gramsci seppe esercitare sugli operai del quartiere, sarebbe venuta una parte significativa delle primissime adesioni al Partito comunista d’Italia, nato a Livorno nel 1921, che vi avrebbe trovato una delle sue roccaforti anche sotto il regime fascista. Gli operai di Borgo San Paolo, inoltre, avrebbero dato un contributo importantissimo nella Resistenza al nazifascismo.



 

mercoledì 27 giugno 2012

> Marvellini__16luisaefranchino





















© Foto Marvellini


Partendo da vecchie foto d'epoca i Fratelli Marvellini, progetto fotografico avviato dal 2011 dal duo milanese composta da Andrea e Carlo, si divertono ad immaginare gli antenati di alcuni supereroi. Il risultato sono dei quadri che ricordano quelli affissi nei salotti della buona borghesia nei quali, al posto dell'avo baffuto, appare un fantomatico nonno di Batman.


16LUISAEFRANCHINO
Via IV Marzo 14
www.16luisaefranchino.it

lunedì 25 giugno 2012

> MTV Days 28-29-30 Giugno

MTV Days 2012___28, 29 e 30 giugno


Tornano a Torino gli MTV Days, tre giorni di musica  a 360°, concerti, incontri e conferenze. Torino si trasformerà in un grande laboratorio musicale, un'esperienza unica da vivere nei principali luoghi della città, a partire da Piazza Castello, grazie alle performance live di artisti affermati e band emergenti e alle conferenze di esperti del settore. Due grandi concerti, venerdì 29 e sabato 30 saranno trasmessi live da piazza Castello a partire dalle 18,30. L'opening party si terrà nella notte di giovedì 28 giugno nella splendida cornice della Reggia di Venaria Reale e sarà animato da Stylophonic, Andro Id rom Negramaro,Two Fingerz, Power Francers, Dj Aladyn, Salmo & Dj Slait e Useless Wooden Toys.    

> 29 giugno: Litfiba, Club Dogo, Nina Zilli, Emma, Fedez, Julia Lenti, Bianco
> 30 giugno: Benny Benassi, Negrita, Giorgia, Marco Mengoni, Emis Killa, Il Cile, Heike Has The Giggles

> Nucleo (design)



Wood Fossil bench
Nucleo_Piergiorgio Robino+Stefania Fersini
150×30,5x42H cm
Wood, resin
Unique piece, exclusive to Gabrielle Ammann Gallery



Nickel Fossil coffee table
Nucleo_Piergiorgio Robino+Stefania Fersini
420x460x390H mm
Nickel
Unique piece, exclusive to Gabrielle Ammann Gallery


www.nucleo.to

domenica 24 giugno 2012

> Officine Catena (design)









Officine Catena___è il marchio con cui produco oggetti per abitare ma anche il luogo dove convergono ricerca stilistica e sperimentazione. Ferro, cemento, legni ossidati dalla luce, sono materiali considerati “poveri”, l’obiettivo è farne emergere le potenzialità espressive nascoste per la scrittura di un nuovo codice estetico. Trascendere dai valori consueti a favore di una ricchezza più nobile, riconducibile all’esperienza sensoriale che i materiali possono comunicare, e all’esigenza sempre più urgente di salvaguardia del nostro mondo. Mi piace costruire oggetti “sinceri”, che rivelano a prima vista i materiali di cui sono fatti, evito i rivestimenti e le finiture invasive a favore di patine naturali. Nel nome della nascente sensibilità ambientale trovo logico e giusto che gli oggetti invecchino, percui credo che utilizzare materiali già esistenti, recuperati, sia utile per il mondo intero e terapeutico per chi lo fa. Sensibilità estetica, profonda conoscenza dei materialie dei processi produttivi, manualità: sono gli strumenti che quotidianamente utilizzo per fornire al cliente un prodotto finito. Il mio lavoro infatti consiste nel seguire l’intero processo progettuale in prima persona, dall’intuizione alla prototipazione,con il costante monitoraggio delle varie fasi intermedie. I vantaggi per la committenza si traducono in un dialogo diretto, veloce, competente ed economicamente conveniente. Perseguo un’idea di design concreto,che è fatto più di officina che di modellazione virtuale, i miei progetti nascono da un’intuizione e proseguono in un indivisibile equilibrio di creatività ed esperienza.


giovedì 21 giugno 2012

> Libellulart (illustrazione . grafica)











Fotografie © Enrico Frignani
Libellulart__Benvenuti, siete all'interno di uno studio crativo, nato nel 2007 a Torino, che si occupa di illustrazione grapich e visual design a servizio della comunicazione. Elisa Scesa, Eleonora Casetta, Daniele La Placa e Ferdinando Cambiale, illustratori e fondatori, che intrecciano le loro competenze con quelle di altri professionisti della fotografia, del video e del web design per costruire progetti comunicativi multimediali. In questa officina si produce comunicazione visiva: qui si analizzano, si smontano e ricompongono linguaggi visivi e si inventano nuovi segni, disegni, loghi, illustrazioni e grafiche per dare espressione, forma, colore e carattere alle idee.
 






LIBELLULART