Fotografie © Enrico Frignani
Chi è SAM
SAM__ è un progetto di riqualificazione urbana degli spazi del Parco Ignazio Michelotti di Torino (ex-zoo comunale), attraverso le opere di street art, promosso dall’associazione culturale BorderGate nell’ambito delle proprie attività estive che vanno sotto il nome di Border Land. SAM è inoltre parte integrante della manifestazione picTurin dedicata alla decorazione di murate legali, patrocinata dal Comune di Torino e promossa da diverse associazioni attive da anni sulla scena cittadina nel settore della street art. L’idea è quella di realizzare un museo di street art a cielo aperto mettendo gratuitamente a disposizione degli street artist che desiderano dipingere e esporre permanentemente la propria opera all’interno del museo, i muri disponibili all’interno dell’area. Le opere realizzate andranno a formare un percorso espositivo all’aperto che si dipanerà lungo tutto il parco e consentirà ai visitatori di ammirare i dipinti presenti. L’area si trova in centro città e dopo la chiusura dello zoo è stata trascurata e utilizzata temporaneamente per ospitare manifestazioni e attività di genere diverso (il progetto Experimenta legato alla diffusione della cultura scientifica e il progetto Border Land relativo alla diffusione/promozione di forme d’arte e cultura copyleft sono due esempi). SAM nasce per rivalorizzare dal punto di vista urbanistico e sociale l’area attraverso le opere d’arte che, oltre a rivitalizzare, anche se soltanto esteticamente, gli edifici abbandonati e fatiscenti, hanno la funzione di: rilanciare l’immagine del parco e promuovere la rinascita sociale dell’area; migliorare la percezione e l’esperienza nella visita del parco da parte degli utenti; contribuire attivamente alla promozione di street artist e diffondere, più in generale, la cultura della street art; costituire un presidio artistico che, in prospettiva, potrebbe contribuire a preservare l’area da eventuali speculazioni edilizie. I muri disponibili saranno assegnati dall’associazione anche in base alle preferenze espresse dagli artisti. Le tempistiche di realizzazione del progetto prevedono quattro step (weekend dal 26 maggio al 24 giugno) nel corso dei quali verranno dipinte le opere principali. Tuttavia, il progetto continuerà anche successivamente: gli spazi rimasti liberi saranno attribuiti gratuitamente dall’associazione a coloro che vorranno dipingere e entrare a far parte di SAM.
www.samuseum.wordpress.com
Storia di Parco Michelotti (ex zoo comunale)
Il Parco Michelotti sorge sui resti del canale che l’omonimo ingegnere
costruì nel 1817 per fornire d’energia tutta la zona di Madonna del
Pilone, allora ricca di realtà produttive. I nuovi sistemi di
approvvigionamento energetico ne decretarono il suo abbandono
funzionale e nel 1935 fu riempito con le macerie provenienti dalla
demolizione degli edifici di Via Roma. Il parco sorge vicino al centro
della città ed è rimasto nella memoria dei torinesi come sede del
vecchio zoo. Aperto dal 1955 al 1987 il giardino zoologico di Torino è
stato un’importante attrazione turistica per la città basti pensare che
nel 1971 ospitava più di 2500 animali tra mammiferi, uccelli, pesci e
rettili.
Nel dicembre 1950 viene
presentato al Consiglio Comunale il progetto dell'Ing. Manfredi per un
Giardino Zoologico al Valentino , ampliato e accompagnato da un plastico
degli impianti. In un primo tempo erano state individuate come aree da utilizzarsi per
l'impianto dello Zoo il nuovo parco della Pellerina e poi il Parco
pubblico Leone Ginzburg . A quest'ultimo progetto si era opposta la
Soprintendenza ai Monumenti per il Piemonte. La scelta del vicino Parco Michelotti, "silenzioso e un tantino
malinconico", viene ritenuta più consona in quanto l'occupazione di tale
area da parte del Giardino zoologico, scontenterebbe, con tutta probabilità, solamente il ristrettissimo numero dei frequentatori della
zona. Il 25 febbraio 1955 la Giunta comunale delibera di concedere per trent'anni alla Società Molinar la zona del Parco Michelotti. Il Consiglio comunale, in data 8 marzo 1955, approva la delibera della
Giunta concedendo, per il costruendo Zoo, circa 24.500 mq del parco,
dalla diga sul Po fino all'altezza del "Teatro Parco Michelotti", senza
però oltrepassare, a monte, il viale che fiancheggia Corso Casale. Si realizza così a Torino la vecchia idea, sia dei Terni che dei
fratelli Molinar: un Giardino zoologico associato a un deposito di
transito. I lavori per la costruzione dello Zoo
procedono alacremente in vista della sua inaugurazione, prevista nel
mese di luglio. Il primo degli ingressi, quello principale, si aprirà
all'altezza di via Romani; il secondo a fianco del teatro. Anche
dall'esterno il passante potrà dare uno sguardo allo zoo, poichè esso
non sarà circondato da alcun muro di cinta, bensì da una recinzione di
rete metallica. Sono stati predisposti i lavori per la costruzione di un grande
fabbricato comprendente otto vaste gabbie suddivise in zone riscaldate e
all'aperto per i felini , alto quattro metri e sormontato da coni di
vetro-cemento per favorire l'illuminazione naturale e dotati, alla cima,
di un sistema di aerazione; sono in allestimento 12 gabbie per scimmie e
piccoli mammiferi , anch'esse doppie. E' stata scavata un'isola per i
giochi delle scimmie attrezzandola con altalene e ruote e, con la terra
di riporto di questo e altri scavi, si è creata una collinetta che ,
guarnita sulla cresta di spuntoni di roccia affioranti, diventerà
un'oasi adatta per accogliervi animali di montagna. Il 20 ottobre del 1955 si può procedere all'inaugurazione ufficiale. Il 5 settembre 1956, la Società Molinar invia una lettera ufficiale al
Sindaco per informarlo di un nuovo progetto per la sistemazione
definitiva del Giardino . Risulta nuova la proposta di far acquistare al
Municipio, oltre al Teatro e all'annessa birreria, che verrebbe
mantenuta ad esclusione della pista da ballo, anche l'unità immobiliare
al momento occupata dall'Associazione Macellai. Il progetto della
Molinar prevede la totale trasformazione di quest'ultimo fabbricato. Una
parte dei locali dovrebbe infatti venire riattata per allestirvi un
acquario-rettilario; la restante parte sarebbe destinata a biblioteca,
sala di lettura e aula per conferenze. Il 20 marzo iniziano le opere perla costruzione del secondo lotto
dello Zoo . Le opere da realizzare sono: un laghetto-stagno con acqua
corrente, isolotti sabbiosi e qualche angolo erboso con ciuffi di canne;
una costruzione , su modello di analoghe strutture straniere, che d
ovrà ospitare da un lato le giraffe , con un ampio ricovero stalla e
dall'altro lato gli elefanti pure con un grande ricovero stalla. A lato
di ogni ricovero sorge un magazzino per deposito e all'esterno sono
predisposti due vasti piazzali. Nella parte posteriore della Casa è
ricavata un'ampia voliera. Il 29 gennaio 1958 la Società Molinar trasmette all'esame del Sindaco
un progetto di massima e le relative spese per la costruzione di un
Acquario-Rettilario al parco Michelotti. Il progetto viene affidato all'Arch. Enzo Venturelli
. La pianta del complesso ha la forma di una T, il piano dell'Acquario
risulta ribassato di circa due metri rispetto al piano esterno del
terreno, mentre il piano del Rettilario è rialzato di circa due metri. Il 28 maggio1960 viene inaugurato l'Acquario-Rettilario. Nel novembre 1961 viene inoltrata la richiesta ufficiale della Società
Molinar al Sindaco per il finanziamento dell'intero progetto
riguardante le due case ancora mancanti: quella dei pachidermi,
ippopotami e rinoceronti, e quella dei Felidi, leoni e tigri. Alla fine degli anni Sessanta inizia una campagna di critica nei
riguardi dell'organizzazione e metodologia dei giardini zoologici. Il 30 luglio 1986 la concessione alla ditta Molinar è prorogata nonostante le molte polemiche fino al 31 marzo 1987. Il 18 febbraio 1987 il Consiglio Comunale approva la chiusura dello
zoo per il 31 marzo e la costituzione di un collegio di esperti per la
realizzazione di una struttura di osservazione e di ricerca sul fiume e
per il riassetto e la riqualificazione del parco Michelotti. Il 1 aprile lo zoo chiude definitivamente. In dicembre la giunta con delibera d'urgenza dà al Politecnico di
Torino (prof. Luciano Re del dipartimento Casa Città) l' incarico di
allestire una documentazione sulla "formazione, consistenza,
suscettibilità di riqualificazione dei caratteri architettonici ed
ambientali del Parco Michelotti e di aree annesse all' ex canale". Si
susseguono numerose ipotesi. Dopo la chiusura dello zoo nel marzo 1987 l' area all' interno della
recinzione è chiusa al pubblico e solo parzialmente utilizzata: la zona
centrale ospita gli animali rimasti, la parte verso la Gran Madre è
scuola di giardinaggio per i ragazzi di una cooperativa, la zona vicino
al ponte Regina Margherita è occupata dalla bocciofila e in parte
recuperata a parco e chiusa. Nell'estate 1991 il parco è stato "palcoscenico di intrattenimento"
per il pubblico della città: piano bar, ristorante, spettacoli teatrali,
sfilate di moda hanno richiamato un folto pubblico. La circoscrizione 8 il 25 giugno 1991 in un'assemblea aperta nella
biblioteca Geisser ha discusso le prospettive di utilizzo del parco e la
richiesta, con la raccolta di firme, della riapertura immediata della
parte chiusa al pubblico e delle trasformazioni, della manutenzione e
della sicurezza dei vari impianti. La delibera programmatica del 1988 con il progetto preliminare al
Piano Regolatore di Torino del 1991 dà una notevole importanza alla
"Valle del Po" prospettando possibili e consistenti trasformazioni. Sono previsti due nuovi ponti sul Po: uno corrispondente al sottopasso
del Lingotto, l'altro in proseguimento di corso San Maurizio per
escludere il ponte della Gran Madre dal traffico veicolare. Il parco del
Po diventa una grande area per lo svago con attrezzature ricettive agli
estremi, attrezzature sportive e nautiche diffuse, luoghi di sosta e di
ristoro. Il fiume diventa navigabile grazie a due chiuse in tutta la
sua estensione.
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